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C'erano una volta... i tingisanti

Raffaele Altieri

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Belletristik / Briefe, Tagebücher

Beschreibung

In quelle feste trovavo i madonnari, ma devo dire che non mi impressionavano molto: per me il disegno era solo un disegno e il contesto religioso una scusa per fare festa e divertirsi. Se però si ha modo di capire, di partecipare, si scopre che per altri quel disegno è una effige sacra al pari della statua portata in processione. Le leggi di allora non permettevano di disegnare per terra, anzi,si rischiava l'arresto per accattonaggio; ciononostante le autorità spesso chiudevano un occhio perché quei disegni erano una consuetudine. Ciò che mi colpiva di più era notare come, di fronte a quei disegni, in molti si facessero il segno della croce e a volte qualcuno ci poggiava su un cero votivo. Questi brevissimi brani sono un ritratto fedele del popolo meridionale, quel popolo che non ama molto Garibaldi, ma ammira il brigante Crocco, che riconosce Napoli come propria capitale, che vede nello Stato centralista la mano dell'invasore gabelliere, che difende la propria fede arcaica celandola nel grembo della religione cattolica, “così come i briganti nascondevano i loro tesori nel cavo degli alberi allo stesso modo dei folletti, divenendo così tutt'uno con il mito.”

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