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La viva parola

Saggi sulla lingua scritta tra Ottocento e Novecento

Giuseppe Polimeni

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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geschichte

Beschreibung

L’8 ottobre 1872, a Brusuglio, un gruppo di giovani dell’Istituto dei Sordomuti di Milano, guidati da Giulio Tarra, incontra Alessandro Manzoni. Il «gran filosofo, letterato e poeta cristiano» ha di fronte a sé «i più miserabili tra i disgraziati, i sordomuti del contado milanese, raccolti ed istruiti a parlare ed a leggere dal labbro e, con questo mezzo, a pensare, a conoscere e ad esprimersi». L’idea di una moderna formazione alla lingua è in quel gruppo di giovani pienamente attuato, traguardo esemplare per una società che si sente invitata a cercare la «viva parola che, portandosi direttamente all’intelletto, debb’esser guida […] al ragionamento calmo e ordinato». Nel percorso verso la «vera parola, parola sentita, intesa, viva» è una delle direttrici di diffusione della lingua italiana, che tra Ottocento e Novecento si rivela bene desiderato e atteso da classi sociali finalmente chiamate a prendere parte alle vicende di una realtà più complessa. Il volume raccoglie lavori dedicati allo studio di una congiuntura in cui, con forme e con modalità differenti, donne e uomini rimasti fino a quel momento “ai margini” chiedono di partecipare, attraverso una parola che sia appunto «viva», a un progetto davvero condiviso. Il filo della ricerca tiene insieme il punto di vista di studiosi, scrittori, artisti che si sono interrogati sul presente e sul futuro dell’italiano e dei dialetti (da Luigi Morandi a Edmondo De Amicis, da Giuseppe Pellizza da Volpedo a Giuseppe Lombardo-Radice), ma soprattutto le voci che, nelle pieghe di un archivio disseminato in luoghi spesso insospettabili, hanno lasciato una traccia scritta: a parlare sono i copioni dei marionettisti, le pagine dei bollettini arrocchiali, le lettere dei soldati nella Grande guerra, ma anche le annotazioni amatita con cui Carlo Emilio Gadda, facendomemoria dell’esperienza al fronte, integra le edizioni dei canti alpini, e gli interventi con cui don Camillo, prendendo la penna che gli ha prestato Giovanni Guareschi, corregge gli errori di un manifesto di Peppone.

Giuseppe Polimeni insegna Linguistica italiana e Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi diMilano. Si è occupato di storia della formazione linguistica tra Ottocento e Novecento. A questo tema sono dedicati La similitudine perfetta. La prosa di Manzoni nella scuola italiana dell’Ottocento (2011), Una di lingua, una di scuola. Imparare l’italiano dopo l’Unità. Testi autori documenti (2012) e Il troppo e il vano. Percorsi di formazione linguistica nel secondo Ottocento (2014). Con Silvia Morgana e Massimo Prada dirige la rivista “Italiano LinguaDue”. Per i tipi di Biblion ha pubblicato Come fronda in ramo. Forme e modelli della varietà nell'Italia dei volgari (2019).

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