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Numero 0. Scritti d’Arte e dintorni

Arte e Illusione. Da Arcimboldo a Dalì e i Contemporanei

Arpinè Sevagian

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Belletristik / Briefe, Tagebücher

Beschreibung


La natura tende a generare forme sempre più complesse, con un crescente differenziarsi e specializzarsi degli organismi. A volte l'occhio inganna la mente e ciò che pensiamo di vedere non corrisponde a ciò che vediamo veramente. Miraggi d'acqua nel deserto, scale che non hanno fine, cubi dove le facce (anteriore e posteriore) si confondono, sono solo alcuni esempi di illusioni ottiche. Questi fenomeni si verificano quando ci si lascia ingannare dai sensi e si percepiscono cose che non esistono o non possono esistere, oppure, s’interpreta in modo sbagliato ciò che si vede. La visione, infatti, non è legata ai soli occhi, perché per elaborare le immagini è fondamentale il contributo della mente. Gli artisti sono sempre stati degli illusionisti visivi. Le illusioni possono rappresentare anche un piacevole inganno (come nella pittura trompe-l'oeil) quando permettono all'artista di suggerire una scena che in realtà non esiste. La pittura trompe-l'oeil è in grado di suscitare l'illusione ottica dei materiali - come legno, marmo o tessuto - e delle forme. Immagine pittorica e realtà tridimensionale si confondono grazie all’uso sapiente della prospettiva e dei giochi di luce e ombra; l'osservatore, così, ha l'impressione che esista una continuità tra l'arte e la realtà. La tecnica prende il nome da un'espressione francese che letteralmente significa "inganna l'occhio" e si è diffusa nel periodo Barocco, maggior-mente in Europa, all'interno del genere della natura morta. Ma il trompe-l'oeil, in realtà, era già noto nell'antichità: Greci e Romani se ne servivano a scopo decorativo. Nelle abitazioni riportate alla luce dagli scavi archeologici di Pompei è possibile ammirare finte architetture e giardini che danno allo spettatore (chiuso nella stanza) l'illusione di trovarsi in un ambiente aperto. Oggi un particolare tipo di illusione ottica è quella realizzata sui pavimenti stradali: enormi voragini che si aprono lungo i marciapiedi, da cui emergono teschi o bambini giganteschi, sono il risultato di trompe-l'oeil realizzati con gessetti colorati. Eduardo Relero come Julian Beever (uno dei più conosciuti artisti di trompe d'oeil da marciapiede), con una speciale tecnica di distorsione dell'immagine, anima di personaggi disegnati le vie di varie metropoli con opere surreali e spiritose. L’artista usa una proiezione chiamata ana-morfosi per creare l'illusione tridimensionale vista da una determinata angolazione. È soprannominato Pavement Picasso. Il suo luogo ideale è la strada, il marciapiede; geniale ed ironico, attivo in tutte le strade del mondo, ci regala immagini illusorie strabilianti, come in Italia il nostro Alfano Dardari, le cui opere le troviamo in Italia e all'estero, ma soprattutto negli Stati Uniti. (Arpinè Sevagian)
 
 

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