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Mastreià

Angelo Filipponi

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Ratgeber / Lebensdeutung

Beschreibung

Mastreja' è un infinito di un verbo dialettale, apocopato, che significa fare qualcosa per vivere, senza impegno, dilettandosi in costruzioni più o meno artistiche, secondo criteri senili tramandati dalla tradizione italiana agricola ed artigiana, a scopo solo di passare tempo per non pensare, per non deprimersi, nell'ozio, per non vivere di soli ricordi, per non morire impaurito e per sfuggire alla petulenza e alla compassione altrui. Mastreja' risulta, perciò, un'attività senile improduttiva, all'apparenza, ma tale da dare diletto e svago al vecchio, che libera la sua inventiva e crea qualcosa di nuovo, di tipico, evidenziando il proprio estro. Come attività Mastreìa' è anche una necessitas, imposizione divina all'uomo che deve riscattarsi da colpe congenite e purificarsi: spingere in alto in eterno un masso destinato a precipitare secondo il mito di Sisifo, è segno della non funzione dell'uomo sulla terra e del suo puerile (anche se senile) impegno. Rilevare questo è sàpere, fare esperienza dell'essere niente ( to mh on) come unico fare-poiein umano, possibile, per arrivare alla ricerca contemplativa, come esercizio spirituale. Mastrejà’ è la storia di un ex insegnante di liceo che si ritira in campagna e a tempo perso lavora una o due ore al giorno come muratore e come contadino. In trenta anni il professore compie un'opera degna di essere vista, come espressione della sua volontà di fare qualcosa, di lasciare un segno del suo esserci stato in quella specifica parte del Piceno, da lui segnata razionalmente: lasciare una bava di lumaca è sempre un segno, seppure breve, di passaggio sulla terra di un vivente in un kosmos. Anche la striscia argentata da lumaca diventa un'espressione momentanea di autenticità!

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