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Il cinema di prossimità

Ilaria Pezone

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Edizioni Falsopiano img Link Publisher

Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Theater, Ballett

Beschreibung

Definire il cinema di prossimità, concetto sotto cui si associano esperienze solo apparentemente lontane, come il cinema privato e quello underground. Questo è l’obiettivo di questo libro, ridisegnare i confini di categorie critiche superate e automatiche. Tracciare un percorso trasversale che unisca cinema familiare e cinema sperimentale, all’insegna dell’innovazione, della libertà dalle convenzioni industriali e di mercato. Mappando scritture per immagini emancipate dalla narrazione usuale, dal canone generale. Opere familiari o avanguardiste, che chiedono di essere guardate con occhi scevri da sovrastrutture, privi sia di significati intellettuali preconfezionati che della perversa brama contemporanea del divertimento a tutti i costi. Il cinema di prossimità va al nucleo pulsante delle cose, è cinema amatoriale nel senso etimologico, amoroso: domanda di essere esperito senza pregiudizi, fa tabula rasa dei vizi interpretativi, si mostra a cuore aperto offrendo porzioni di vita. Spesso raggiunge, con l’ostinata osservazione della realtà, la consistenza astratta della pittura. Sotto l’egida di Roger Odin e schierato, come Stan Brakhage, in difesa del cineamatore, il cinema di prossimità guarda alla produzione di immagini con l’intento di restituire dignità - artistica, storica e sociologica - a gesti cinematografici semplici eppure straordinariamente complessi, intimi e rivoluzionari, costantemente e ottusamente sottovalutati quando non derisi.

Ilaria Pezone è docente presso l'Accademia di Brera. Dal 2009 si dedica allo studio e alla pratica del cinema privato. Ha realizzato, fra gli altri, Andare tornando a rilievi domestici (2011), Masse nella geometria rivelata dello spazio tempo (2012), Ego etiam advenus (2013), Vedere tra, Luigi Erba improvviso e dialogato (2015), Concerto metafisico (2015), Indagine su sei brani di vita rumorosa dispersi in un’estate afosa - raccolti e scomposti in cinque atti (2016), Con lievi mani (2017) e France, quasi un autoritratto (2017). Questo è il suo primo libro.

Con un'introduzione di Francesco Ballo

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