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La Quiete di Apollonia

Religiosità femminile e spazi di devozione nell’Italia del Seicento Milano

Silvia Mantini

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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geschichte

Beschreibung

È a partire dai primi decenni del Seicento che l’Inquisizione romana acquisì, nella sua vasta materia di controllo, una varietà di espressioni devozionali, legate in particolare alle vie della cristiana perfezione, che andavano formando il poliedrico linguaggio di movimenti di religiosità dai contorni sfumati. L’impegno nella ridefinizione dei modelli non riguardò solo la santità, ma tutta una serie di pratiche religiose che, percorrendo la via di atteggiamenti individuali e spesso mistici, indussero le istituzioni ecclesiastiche verso un disciplinamento dei culti e un’attenzione agli indirizzi delle coscienze. Le suggestioni circolanti dall’età tridentina avevano diffuso un modo attivo e profondo di essere cristiano e, sempre di più, di essere cristiane. L’influenza delle correnti mistiche, particolarmente di matrice spagnola, aveva intriso in una rete molto difficile da rintracciare, ma molto penetrante nelle maglie della società, profili di donne che attirarono
l’attenzione dell’Inquisizione. In generale sono le fonti processuali che permettono lo studio di queste figure: processi culminati in condanne
o beatificazioni o in ascese di santità. 
Il caso di Maddalena Ventiquattro, che qui si presenta, non è un processo ma è l’esito di una scoperta che parte dalla sua autobiografia, rintracciata all’interno di un fondo privato, il Fondo “Giovanni Pansa” della Biblioteca “Vittoria Colonna”, presso il Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.

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