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Diabolus in musica

Giorgio Vigolo

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Zandonai Editore img Link Publisher

Ratgeber / Singen, Musizieren

Beschreibung

Il volume, pensato da Giorgio Vigolo già nel 1967, raccoglie una scelta di testi inediti, molti dei quali scritti per la trasmissione radiofonica Musica e Poesia. Vigolo non mira a tradurre i fatti musicali in un linguaggio didascalico e informativo, né si limita a indagarne il dato squisitamente tecnico: la sua prosa musicale racconta e genera storie, inseguendo – per dir così – il significato “diabolico” della musica, versatile musa capace di trasmigrare in altre forme artistiche, come l’architettura (che Goethe chiamava «musica ammutolita») e la poesia.Poeta e narratore, studioso del Belli e indimenticato traduttore di Hölderlin, Vigolo apre, con i suoi atteggiamenti linguistici, le suggestioni letterarie e filosofiche, e la sua padronanza musicale frutto di estesi e meditati studi, un nuovo e illuminante spazio alla critica musicale. Brevi, veloci e di squisito gusto letterario, questi saggi restituiscono con maestria l’atmosfera poetica delle opere musicali e captano ciò che nella musica si nasconde: l’anelito di assoluto, la dimensione ritmica come memoria dei suoni e le inquietudini etiche, specie fra Barocco e Romanticismo, quando il suono – aereo e spirituale – convive con la pietra, il peccato e la morte.Giorgio Vigolo (1894-1983) è stato poeta e narratore, critico musicale e traduttore. La sua ricca attività letteraria copre un arco cronologico che va dagli esordi su “La Voce”, negli anni 1915-16, fino alla tarda produzione degli anni sessanta: la raccolta di racconti Le notti romane (Bompiani, 1960) vinse il Premio Bagutta e alle poesie de La luce ricorda (Mondadori, 1967) venne assegnato il Premio Viareggio. Ha sempre alternato una vasta produzione di poesie e prose all’assiduo impegno di studioso, che ha portato all’edizione critica dei Sonetti del Belli (Mondadori, 1952) e alla traduzione delle Poesie di Hölderlin (Einaudi, 1958). I suoi brillanti scritti di critica musicale, frutto di una lunga collaborazione con “Il Mondo” e il “Corriere della Sera”, sono stati in parte raccolti nel volume Mille e una sera all’opera e al concerto (Sansoni, 1971) e gli hanno valso la nomina ad accademico di Santa Cecilia.

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