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Decrescita e rivoluzione

Bernardo Severgnini

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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geisteswissenschaften allgemein

Beschreibung

Questo opuscolo raccoglie una serie di articoli che ho scritto nel triennio 2020-2022. La maggior parte di essi è stata pubblicata sul sito decrescitafelice.it, non prima di essere stata integrata con i contributi dei membri del "Gruppo tematico economia" del Movimento per la Decrescita felice (MDF). In questa raccolta sono proposti nella loro versione originale. Il triennio di attivismo nel mondo della decrescita mi è servito soprattutto per chiarire a me stesso con maggiore precisione le immense potenzialità di questa corrente di pensiero, ma anche per rendermi conto delle insidie che da ogni parte, persino dalle più insospettabili, vengono tese a coloro che a vario titolo si battono per l'affermazione dei concetti rivoluzionari che il paradigma della decrescita propone. Insidie che tuttora continuano a rallentare la diffusione di questo pensiero presso l'opinione pubblica. La coscienza collettiva occidentale oggi è più che mai assuefatta da una pressante propaganda che la confina tra i binari di un finto manicheismo buoni/cattivi, destra/sinistra, amici/nemici, binari che la conducono in stato ipnotico verso la direzione che pochi grandi gruppi di potere hanno stabilito. Tutto ciò che si discosta dalle semplificazioni della propaganda viene rigettato, resta al di fuori dei radar della narrazione mainstream e quindi semplicemente non esiste. Ma la lotta per affermare i nostri concetti realmente rivoluzionari prosegue anche nella clandestinità mediatica, anche schivando le continue trappole che il potere economico/politico/mediatico dissemina sul nostro percorso. Prosegue e si rafforza, nonostante tutto, perché la realtà che si dispiega giorno dopo giorno sotto i nostri occhi conferma sempre di più la correttezza delle nostre analisi e la necessità sempre più impellente di mettere in pratica i nostri principi. Perché la decrescita? Che senso ha, nel 2023, parlare di sobrietà? Proprio oggi che siamo con l'acqua alla gola e siamo tartassati dagli aumenti dei prezzi? Non siamo forse già in una situazione di sobrietà forzata? Non avremmo bisogno, al contrario, di avere di più? Perché ostinarci a volere di meno? Queste sono le domande che la facile retorica mainstream utilizza per smontare, agli occhi dell'opinione pubblica, le tesi decresciste. La decrescita in realtà servirebbe oggi più che mai. Oggi più che mai è il momento di interrompere la catena del profitto delle grandi multinazionali, che ottengono il loro potere economico accumulando ricchezza attraverso lo sfruttamento delle risorse e del lavoro. Oggi è il momento di selezionare con attenzione ciò che conviene produrre e ciò che non conviene, e di uscire dalla logica di produrre tanto per produrre. Oggi più che mai è il momento di condividere i beni e i servizi che realizziamo attraverso il nostro lavoro. Oggi più che mai è il momento di abbattere i governi e i sistemi di potere che ci opprimono con la specifica funzione di garantire affari sicuri per i grandi distruttori del pianeta e delle relazioni sociali. Questa è la strada che porta alla decrescita felice. Questa la strada che conduce a un mondo più equo, che innesca i meccanismi della giustizia, della pace e dell'armonia sociale e ambientale.

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