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Carl Gustav Jung e lo "Zarathustra" di Nietzsche

Roberto Berlato

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Geisteswissenschaften, Kunst, Musik / Geisteswissenschaften allgemein

Beschreibung

"Fui d’improvviso afferrato dallo spirito e portato in una terra deserta in cui lessi lo Zarathustra" (Karl Gustav Jung).
Berlato si accosta al commento junghiano al Così parlò Zarathu-stra di Nietzsche con l’obiettivo di esplorare e risolvere progressivamente i suoi nodi tematici più complessi. Il saggio si offre come una duplice introduzione: una conduce al cuore di molte teorie junghia-ne, l’altra consente al lettore di scoprire il fascino di alcune delle più suggestive  pagine di Nietzsche che proprio in Così parlò Zarathustra hanno trovato la loro più congeniale collocazione. Di estrema utilità è perciò la parte iniziale del saggio, dedicata all’illustrazione in sintesi delle teorie fondamentali di Jung e dei concetti principali della filosofia nietzscheana.
Berlato esamina i quattro volumi dei seminari zurighesi sino all’anticipata conclusione di Jung, che chiude il suo commento con l’analisi del capitolo Di antiche tavole e nuove, contenuto nella terza parte dello Zarathustra. L’indagine junghiana degli anni ’30 del Novecento suffraga diverse supposizioni teoriche, elaborate in saggi precedenti, riguardo alla filosofia di Nietzsche. Una delle più note aveva a che fare con il sofferto rapporto tra il filosofo e il cristia-nesimo, che, per chi è consapevole della ricchezza e complessità del pensiero nietzscheano, non è inquadrabile nei soli termini di una condanna senz’appello.
Nel Libro rosso, a tale proposito, Jung annoterà come «nel cri-stianesimo ci siano forse parecchie cose da salvare» e come Nietzsche vi ci si opponesse con eccessiva tenacia. Nietzsche non era filosofo dalle mediazioni accomodanti e questa intransigenza (potremmo parlare di una idiosincrasia alle “vie facili”) finirà col pagarla cara su più piani. Di ciò rende conto con la sua penetrante e interessata lente analitica l’enorme sforzo compiuto da Jung, i cui risultati diventano più accessibili grazie anche alle chiarificazioni del saggio di Berlato.

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